ένοπλη πάλη, lotta armata

memoria storica, collettiva

kleovis

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questa posizione, fare il punto sulla storia del 17N, è un atteggiamento autocritico,
I nostri insegnanti teorici dicevano che ciò che caratterizza una seria forza politica è il riconoscimento aperto dei suoi errori, la nuda presentazione delle loro cause, l’attenta discussione per la loro correzione.
se faccio l’autocritica che mi spetta, [che spetta a noi], non è per negare la mia storia. fa parte della nostra storia compiuta. non nego nulla, non la faccio frammentare, per scegliere i suoi lati buoni e scaricare altrove i suoi lati cattivi. la metto in spalla, con tutto il suo peso, intera. perché era la nostra risposta alla vecchia domanda, all’eterna pretesa, alla rivendicazione di sempre: cambiare il mondo.

la nostra generazione ha dato la risposta che riteneva giusta nelle condizioni di allora. ha conservato più a lungo possibile la continuazione della tradizione rivoluzionaria, ha mantenuto la durata della MEMORIA COLLETTIVA, ha tessuto in essa la propria parte. e ora dico che la consegniamo alle nuove forze che stanno arrivando per esplorare le strade mai viste per l’emancipazione sociale. nelle sue ricerche, tutto ciò che abbiamo fatto noi, tutto ciò che le lotte delle generazioni passate hanno portato, tutto è utile, avranno bisogno di tutto. sia il giusto di quello che abbiamo prodotto sia quello sbagliato. perché, ripeto, siamo stati dalla parte retta della Storia. con l’onesto, contro l’ingiustizia dei potenti.

Affronto oggi il circolo della guerriglia urbana, in cui noi, la 17N siamo stati, cronologicamente, una delle sue ultime espressioni. lo vedo come un’impresa romantica, una delle utopie che nutrono e ingigantiscono sogni. con l’azione voleva fermare lo scorrere del tempo fatale, preservare le scintille di fuoco, colpire il cuore dei simboli, infrangere certezze, esorcizzare allo stesso tempo l’inerzia portatrice di incubi. dimostrare che la risposta alla violenza dei potenti è necessaria e inevitabile. segnare l’ideale di un mondo giusto, un mondo di gioia e felicità, senza guerre, violenza, sfruttamento, alienazione, senza oppressione, paura, umiliazione.

un tentativo di mettere da parte la sindrome letargica, resistere alla morte della memoria, che è il trionfo degli sterminatori, ricordare che le lotte di generazioni e generazioni piene di martirio e orgoglio non sono state un fantasma obsoleto. per ricordare la continuità morale delle lotte del nostro popolo.
non ci può essere vittoria a scapito della moralità. chi ha preso parte a questa lotta ha sentito sulle spalle il fragore della storia delle lotte. di tutto il mondo. di tutta la nostra terra. dalle giostre dei deportati dell’Asia Minore, dagli schioppi dei combattenti per la libertà, dai fucili dei guerriglieri dell’ELAS e del DSE. ascoltavano i canti tradizionali cretesi delle pendici delle alte montagne dal profondo dei secoli:

non piangere per l’uomo ardito, non importa quanto fallisca il tiro.
e se fallisce una o due volte, sarà valoroso ancora ..

ma allo stesso tempo sto contemplando e penso al nuovo ciclo, le nuove risposte all’antichissima richiesta della storia […]

una nuova dominazione, senza carri neri attualmente, ma con quelli moderni, ugualmente neri, le stesse armi mortali, armi economiche, sbriciola in rovina quello che la fatica, il sudore, il sangue dei lavoratori ha costruito[…]
dico che è necessario, ora, ancora una volta, nel corso dell’occupazione rinnovata, tutti noi, a tutto oggi servi, ci rendessimo conto che non abbiamo nulla da aspettarci da qualche salvatore, locale o straniero. la vecchia richiesta essere finalmente il popolo maestro della sua terra diventa vitale, più urgente che mai. oggi ci stanno trasformando in affituari a casa nostra, nel nostro stasso paese. questa richiesta può essere realizzata solo da un ampio fronte di salvezza popolare, un forte fronte popolare, indipendentemente dalle differenze. Il nuovo insediamento, come quello vecchio, può essere affrontato solamente da un popolo unito e organizzato. organizzato su un fronte di azione multiforme di carattere sociale, di movimento apartitico per la liberazione nazionale e sociale. che inizialmente articolerà le resistenze di parte e le rivolte locali, unificherà ed espanderà gli spazi auto-organizzati di resistenza e respiro. raccoglierà e organizzerà la rabbia popolare, con un programma di transizione composto e convincente ispirato dalla visione di una società di produttori cooperatori liberi […]

questo controllo sui mezzi di produzione, sul processo decisionale per quanto riguarda cosa, come e da chi verrà prodotto il bene sociale può essere fatto solo con la rottura del sistema esistente [….]

su questo fronte che animerà la “piena memoria” di EAM, EPON ed ELAS, su questo fronte di azione poliedrica ognuno ha un posto. tutte le forze viventi, da tutte le tradizioni del movimento rivoluzionario.
ciascuno con la propria storia, la propria identità politica, nella necessaria composizione dialettica. chiunque capisca che questo progetto non può essere realizzato individualmente ed in isolamento.

oggi, di fronte all’assalto del totalitarismo neoliberista, la società sembra essere tuttora intorpidita, ma bolle interamente. odia i sovrani, e parti sempre più grandi di essa cercano vie d’uscita e risposte […]

aumentano di continuo gli esempi di lotta, base di questo contrattacco. dall’eroica lotta degli abitanti di Halkidiki, alle imprese di autogestione, alle manifestazioni militanti antifasciste. le centinaia di esempi di partecipazione disinteressata e di democrazia diretta: i luoghi di ritrovo, i circoli e le strutture di solidarietà in tutta la Grecia, un’intera galassia di creatività sociale e culturale.

allo stesso tempo, abbiamo la presenza di una nuova guerriglia, più ‘sociale’ e metropolitana della nostra, con altri riferimenti ideologici e caratteristiche differenti, che però, insieme al conflitto diffuso ma molto materiale di una parte della gioventù, urla che niente è finito.

la lotta di classe e la competizione sociale non si fermano. il loro esito, ovviamente, non è predeterminato da alcuna necessità logica.

tuttavia, la possibilità di rivoluzione e di una società senza classi dipende dalla speranza di una vita che meritiamo, dall’organizzazione consapevole e dalla preparazione per il passaggio a questa vita fin da oggi, dall’incontro liberatorio dell’arma della critica con la critica delle armi. per il Regno della Libertà…

Δημήτρης Κουφοντίνας, Dimitris Kufodinas

Son nato 17 Novembre – γεννήθηκα 17 Νοέμβρη

traduzione: Michele ‘Mikis’ Mavropulos

ιστορική, συλλογική μνήμη

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